sabato 12 gennaio 2008

HanJià


Gli esami sono terminati, da oggi iniziano ufficialmente le HanJia, le vacanze invernali, la festività più importante della Cina che segna l'inizio del nuovo anno Lunare. Magari, vedendo festeggiare anche i cinesi, mi accorgerò anch'io di aver cambiato anno.. per ora faccio piuttosto fatica a rendermi conto che siamo (già) nel 2008! Sarà che il "nostro" capodanno, quest'anno, l'ho vissuto un pò sottotono, una situazione tanto surreale quanto particolare tra calendario scolastico (giustamente) adeguato alle festività cinesi, esami alle porte e preoccupazioni varie per il DOPO. E ora mi trovo esattamente in quel dopo. Magari non c'è nessuna preoccupazione, mi sto semplicemente facendo un sacco di problemi quando invece dovrei godermi di più il momento e - soprattutto - il meritato riposo.
Il 15 di questo mese mi scade l'affitto in questo carissimo buco, non so ancora cosa fare, se vale la pena restare quà o trovare qualcosa di meglio ad un prezzo ragionevole. Vabbè, prima mi lamentavo tanto e forse ancora mi lamento, però cercare un altro posto (come lo voglio io!) significherebbe di nuovo perdite di tempo, pazienza, nervi e soldi. E non è detto che riesca a trovarlo.
Non so se sarò in grado di affrontare di nuovo queste rotture, magari mi basterà estendere la mia permanenza quì fino a luglio per togliermi dalla testa metà dei pensieri.. tanto ormai mi sono abituato a vivere come un puffo..
E poi le Hanjià.. Si pensava allo Yunnan ("a sud delle nuvole"), terra bellissima e sconosciuta ai più ma ugualmente battuta dal turismo "di massa", in un altopiano tra Tibet e Vietnam... magari è niente di particolare per l'aspirante sinologo ma comunque un passettino in avanti rispetto alle precedenti Xi'An, Shanghai, Hangzhou, Suzhou..
Si pensava allo Yunnan sì, ma ancora non si è deciso nulla. Se ne doveva parlare stasera alla cena di classe, ma alla fine l'abbiamo buttata a barzelletta delle donne che mangiano i gelati (che detta in cinese ha il suo porco fascino) e karaoke. Ma soprattutto alla barzelletta. Quella alla fine l'hanno capita tutti (spero).
Per lo Yunnan invece, ancora altomare.
Chi parte? quando si parte? treno o aereo? chi parte insieme a me (prima)? chi mi raggiunge (dopo)? come ci si arriva? dove si va? dove compro i biglietti? dove si dorme? come lo riempio un mese? come si torna???? Domande stupide, banali se si viaggia da soli. Se si viaggia con altri invece è ora di mettersi a pensare pure a questo perchè inizia ad essere tardi per tutto e più passa il tempo più ci si lascia scappare le occasioni migliori.. qualunque cosa esse siano, non so nemmeno io di cosa sto parlando, non credo di dover prenotare qualche ostello, hotel o buco che sia oppure organizzare il viaggio nei minimi dettagli, però vorrei avere le idee chiare per quanto possibile.

Stasera, dai vetri oscurati della camionetta-abusiva-taxi che ci portava nel bellissimo ristorante koreano ho visto una fila interminabile di persone alla biglietteria dei treni vicino alla scuola. Probabilmente tutti cinesi. Bravi bravi, tutti in fila indiana ad aspettare il proprio turno.
In maggior parte - suppongo - studenti universitari e operai dei tanti cantieri sparsi per la città che tornano a casa dopo un anno di permanenza nella Capitale. Okay, vada per l'aereo. Ora spero solo che i prezzi da Ryanair delle compagnie cinesi non abbia attratto (troppi) ricconi orientali o Laowai come me catapultati quà per studio o lavoro, sennò anche per l'aeroporto non saprei che situazione aspettarmi.. di certo questo è il peggior periodo per spostarsi in Cina, ma tanto è, io mi trovo quà e non vorrei lasciarmi scappare un'occasione per dare un'occhiata in più a questo immenso Paese.

p.s.
Le immancabili dal karaoke (quelle che, quando ci vai, ormai già le sai.. :-)
... ma quanto è utile il karaoke per imparare il cinese!!

p.p.s.
cacchio! Ci mancava la Heineken falsa! Per poco non mi avvelenavo di nuovo!

A presto per nuovi aggiornamenti!

Nella foto: la più grande contraddizione di questo Paese prima dell'Epifania. Che tutte le feste si porta via. (Copertina "The Economist")

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