lunedì 21 gennaio 2008

Canton

E' triste e bello allo stesso tempo vedere la Cina del sud di oggi, la Cina coloniale del passato, ridursi ad un posto qualunque di questo Paese, il nord è uguale al sud, l'est uguale all'ovest. O quasi.
E' la Cina nel pieno del suo sviluppo che riconquista le sue perle del passato, la Cina dei grandi palazzi (vuoti) che si riappropria di gioielli altrui (o già suoi) imponendo, nuovamente, la sua influenza su ciò che si è concesso e che non si ripeterà.

Canton oggi è sempre di più Guangzhou, una disordinata distesa di cemento con al centro i resti di ciò che è stato, nel passato, la prima striscia di terra (Shamian) concessa a popolazioni straniere per i loro traffici con l'impero. Shamian è - come dice il nome - una superficie di sabbia nel fiume delle Perle. Oggi è il rifugio preferito dagli occidentali che vengono quì ad adottare bambini cinesi e non osano allontanarsene per addentrarsi nell'anonima città al di là dei ponti. Shamian, una bolla di vetro separata dalla città esterna, una piacevole distesa di costruzioni coloniali intervallate da giardinetti, negozi di souvenir e "accoglienti" Starbucks pieni di visi pallidi intenti a bere caffè costosissimi.

Salvo poche piccole eccezioni, Guangzhou è davvero brutta, comunque la guardi non è altro che una 乱七八糟的城市 ("luan qi ba zao de chengshi", mia traduzione molto maccheronica per dire "una città davvero incasinata"), una città tappezzata da cemento e 大楼 ("da lou"), i palazzoni di vetro senza anima nè estetica con le facciate infarcite di scritte in inglese come "plaza", "hall" e "centre" giusto per creare un clima molto.. " intn'l ".

Non potevo aspettarmi di meglio, siamo nella capitale della provincia del Guangdong, la "fabbrica del mondo" (o meglio, il suo reparto produttivo), se c'è qualcosa di "made in China" che indossate, guardate o toccate in questo momento è molto probabile che provenga da questa "provincia". La gente non sembra per nulla scossa da questa svendita globale di merci e cultura, tutti sembrano lavorare sodo e instancabilmente come per - scrive la mia guida - recuperare il tempo perso durante gli anni del comunismo.


Nella foto: il canale che separa l'isola di Shamian dal resto della città. Sopra corre l'autostrada.


Nella foto: facciate coloniali alle porte di Shamian. Dietro, si costruisce..

Decidiamo che due giorni sono sufficienti per averne abbastanza, e siccome manca ancora una settimana al nostro incontro con gli altri a Kunming (Yunnan) possiamo anche fare un giretto ad Hong Kong, ex colonia inglese da dieci anni rientrata nell'orbita della Cina. Treno per Shenzhen, l'allora ultima città di frontiera cinese da cui si guardava, con invidia, lo splendore occidentale d'oltremare.. Oggi Shenzhen resta ancora ufficialmente una città di frontiera nella Cina di "un Paese, due sistemi", e per entrare nell'altro sistema è necessario - per tutti - attraversare labirinti pedonali, scale mobili, duty free e controllo passaporti sempre seguendo la stessa scritta al neon "Hong Kong". E quando finalmente i caratteri dei segnali pedonali cambiano dal cinese semplificato a quello tradizionale capisco che ci siamo.

Siamo ad Hong Kong!

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