domenica 30 marzo 2008

Un anno fa...

Un anno fa discutevo la mia tesi in russo e cinese, diventavo dottore in Disciplina della Mediazione Linguistica e mettevo fine ad un ciclo particolarmente agitato della mia vita che ne avrebbe fatto iniziare un'altro.

365 giorni da mediatore linguistico.
E pure un pò mediatore culturale.


Nella foto: Beijing, cena italiana a casa di Minerva (Mex)

venerdì 28 marzo 2008

FREE KFC !


Nella foto: Kentucky Fried Chicken, sponsor ufficiale della terza guerra mondiale.

A due settimane dalla "rivolta", del Tibet - ormai - nessuna traccia. I ribelli si sono arresi, Lhasa è stata placata, la normalità è stata ristabilita. O almeno così sembra. A guardare i giornali italiani sembra di rivedere quello che trovo scritto nel Renmin Ribao (il Giornale del Popolo) o nel China Daily, i principali strumenti d'informazione del Paese, lungi dall'essere indipendenti o anche solo vagamente soggettivi.

Lontano dalle frontiere cinesi, il mondo ancora vocifera o sta finendo proprio ora di parlare di quel fuoco di paglia che c'è stato in culo alla Cina, in quell'attimo di enfasi e di furore in cui tutti erano arrapati nel dire "F*REE TI*BET" e non si pensava ad altro che a buttare merda sulla Cina. Il motivo è sempre lo stesso da una cinquantina di anni a questa parte (secondo noi), e cioè la mancanza di democrazia e di rispetto per i diritti umani; solo adesso però pare che lo "scalpore dell'ultim'ora" abbia risvegliato le coscienze assopite (e pure un pò indignate) del buonismo occidentale.

Più o meno, i capi d'accusa sono gli stessi per cui l'America sta facendo la guerra a mezzo mondo, solo che stavolta - in occasione delle Olimpiadi - Bush ha detto che verrà certamente a Pechino a vedere i Giochi, perchè questa "è una faccenda che non ha nulla a che fare con la politica".
Bene bene, tutto vero.

Io invece dichiarerei alla stampa che "ho un bellissimo paio di tette".
Bene bene, anche questo tutto vero. Che quel Bush porti la democrazia a Hu Jintao con le bombe come ha fatto coi pesci piccoli!

Ancora oggi invece stiamo quì a chiederci se - date le circostanze - boicottare le Olimpiadi sia davvero la cosa più giusta da fare. A me viene da ridere quando la spariamo così grossa, come per mascherare il nostro silenzio e avere la coscienza a posto prima di (ri)scrivere i libri di storia.

Il mondo si sveglia alle 8.55 quando il lavoro inizia alle 9, ma - per il bene della cronaca - si fa picchiare e arrestare, si mobilita e protesta, punta il dito, condanna, partecipa, marcia, prega e solidarizza. E' risaputo che fare tutto ciò quando mancano 133 giorni all'inizio delle Olimpiadi è utile quanto avere un buco del culo sul gomito (Tarantino insegna).


LINK:
- Critiche ai mass media occidentali (Quotidiano del Popolo) [CH]
- Turisti stranieri testimoni dei ribelli (China Daily) - [ermetismo giornalistico cinese] [EN]
- E relativi commenti...
- Il mio materasso al dormitorio. Da come dormo male deduco che di tempo per boicottare ne abbiamo avuto a sufficienza.

giovedì 20 marzo 2008

Fuoco sul tetto

Lhasa, marzo 2008.
La folla protesta, l'esercito spara, il mondo sta a guardare.
Per un attimo ho pensato davvero che qualcosa sarebbe potuto cambiare, che la storia avesse potuto prendere un altro corso in questo Paese. Magari a molti - me compreso - è venuto anche da fare paragoni tra quello che è successo in questi giorni a Lhasa e i fatti di vent'anni fa.
Allora il mondo si indignava di fronte a tanta violenza e l'Occidente aveva le palle per dichiarare l'embargo alla vendita di armi alla Cina e condannare le repressioni con una posizione decisa in contrasto con Pechino.
Oggi la situazione non è esattamente la stessa e sarebbe azzardato fare un paragone tra due momenti storici così differenti. Resta comunque interessante (e disarmante) vedere però come il peso internazionale della Cina si sia fatto sentire su questioni nazionali (ed internazionali) rilevanti come questa.

E' calma piatta a Pechino quando scendo dall'aereo che mi riporta Cina. Tremila chilometri più in là, Lhasa brucia ancora e l'esercito di Liberazione continua ad arginare la ribellione tibetana.
A tre mesi dalle Olimpiadi Pechino non vuole problemi di questo genere.
A tre mesi dalle Olimpiadi succede invece che le contraddizioni di un Paese come la Repubblica Popolare Cinese si riversano - premeditate - sul suo apparente ottimismo. Il Tibet è solo una dei tanti scheletri nell'armadio che la Cina non ha avuto né il tempo, né il modo né il coraggio di affrontare in precedenza. Ed ora, più passa il tempo, più è difficile mettere mano alle questioni scottanti maturate da un passato controverso. Perché le Olimpiadi più politicizzate della storia si avvicinano e se i secessionisti tibetani hanno avuto il loro momento d'oro per scatenare la rivolta, è probabile che altri vorranno fare altrettanto nei prossimi mesi.

Sulla cosiddetta "questione tibetana" si potrebbe parlare all'infinito, c'è del vero e c'è del meno vero. Il problema è che la Lhasa di oggi non è la Lhasa di cinquant'anni fa, quando al momento della "Liberazione" e successiva annessione alla nascente "Repubblica Popolare", il Tibet è stato sistematicamente colonizzato dalla Cina in virtù dei rapporti commerciali e culturali tra le due parti nel corso dei secoli.
Il risultato è che la Lhasa di oggi è collegata al resto del Paese grazie a voli giornalieri e treni pressurizzati a 5000 metri di altitudine e la maggioranza della sua popolazione è di etnia Han (compreso il Governatore del Tibet che spiegava in TV le ragioni della repressione). I veri tibetani credo vivano lontano dalle grandi città, nei villaggi sparsi per l'altopiano, ma senza l'appoggio economico della Cina ho paura che abbiano ben poco da augurarsi per il futuro.

Pechino è alle strette e risponde come è sempre solita fare: con una sola voce e azzittendo tutte le altre. La risposta all'immediata emergenza mediatica è stata la censura, soprattutto nei confronti della cosiddetta informazione "indipendente" fatta di blog e videoblog (Youtube per primo), mentre i giornalisti stranieri sono stati espulsi dalla provincia, in attesa di trovare una soluzione migliore.
Nel frattempo a Lhasa si contano i morti, si tracciano bilanci, si emanano sentenze.
Da qualche altra parte nel mondo invece succedono cose strane.. succede che la comunità internazionale si divide tra chi sottoscrive totalmente in nome dello sport (???) e chi invece annuncia di prendere "provvedimenti adeguati" che non compromettano però il servilismo a novanta gradi nei confronti della Cina. Poi succede anche che l'Onu ignora le richieste di aiuto e di intervento di ogni tipo da parte del popolo tibetano (e dei suoi rappresentanti in esilio in India) e che il Vaticano temporeggia silenziosamente voltando lo sguardo dall'altra parte..

Gli errori del passato continuano a minare i possibili scenari futuri della politica cinese, senza lasciare spazio a possibili sorprese o alternative. Nessuno osa mettere in discussione la maggior parte dei princìpi comunisti nati da un passato che non è concesso rinnegare. Per questo ancora oggi cambiano i tempi ma non i metodi, la Cina è sempre quella delle Mascotte Olimpiche che ti accolgono festose in ogni angolo della Capitale ma è anche la stessa che non sa fare a meno di rinchiudersi nel suo guscio alla prima occasione, senza permettere agli stranieri di ficcare il naso negli affari propri.
Anche per questo la Cina non è pronta alle Olimpiadi, perchè è improponibile affidare l'organizzazione di un evento così importante ad un Paese che non offre garanzie adeguate sulla sicurezza. Lasciare le cose come stanno è certamente da ipocriti, il Tibet non merita certo di restare una provincia cinese ma è difficile poter immaginare una soluzione diversa da questa, perché il Tibet è oramai Cina, perché la Cina è una sola, perché se il Tibet ottenesse l'indipendenza ci sarebbero altre questioni pronte a presentare il conto con metodi analoghi a quelli di Lhasa.
Questo, di certo, Pechino lo sa.

La folla protesta, l'esercito spara, il mondo sta a guardare.
Per un attimo ho pensato che davvero qualcosa sarebbe potuto cambiare, che l'ONU sarebbe intervenuta in qualche modo, che il Dalai Lama avesse incontrato i leader cinesi, che la Cina sarebbe cambiata.. ma chi glielo avrebbe detto alla Nike o all'Adidas se le Olimpiadi quest'anno non le avessero più fatte?

giovedì 13 marzo 2008

E dato che ormai avete messo Firefox vi linko a questa pagina degli Add-ons di Firefox dove potete trovare un utile traduttore istantaneo (onmouseover) dal cinese all'inglese.


Dopo l'installazione, è sufficiente cliccare a vuoto nella pagina col pulsante destro del mouse per attivare la funzione (click tasto destro > Toggle ChinesePera-kun).


lunedì 10 marzo 2008

Come visualizzare wikipedia, blogspot, wordpress e livejournal dalla Cina

Scavalcare "The Great FireWall of China", la Grande Muraglia (informatica) cinese

Vi giro
questa pagina in italiano dal sito lostlaowai.com molto interessante per chi, dalla Cina, volesse avere libero accesso ai blog di BLOGSPOT (come questo) o ad altri contenuti di WIKIPEDIA, WORDPRESS e LIVEJOURNAL senza dover passare attraverso siti come Anonymouse o il sito di Google per i telefoni cellulari.


Installate Mozilla Firefox scaricandolo da qui.

Ora cominciamo.

Prima di tutto è necessario creare un file di testo (*.txt dal blocco note) in cui incollare questo codice:


function FindProxyForURL(url,host){
if(dnsDomainIs(host, ".blogspot.com")){
return "PROXY 72.14.219.190:80";
}
if(dnsDomainIs(host, ".wikipedia.org")){
return "PROXY 66.230.200.101:80";
}
if(dnsDomainIs(host, ".wordpress.com")){
return "PROXY 72.232.101.41:80";
}
if(dnsDomainIs(host, ".livejournal.com")){
return "PROXY 204.9.177.19:80";
}
return "DIRECT";
}


Salvate il file appena creato nella directory di root (solitamente C:\) e rinominatelo in proxy.pac (modificando anche l'estensione).

Dalla finestra di Firefox, andate su Strumenti > Opzioni > Avanzate > Rete > clic su Impostazioni





Nella finestra che si apre, selezionate Configurazione automatica del proxy (URL) e nella casella di testo digitate

file:///C:/proxy.pac

Aggiornate facendo clic sul bottone ricarica, chiudete le finestre cliccando su OK.



E' necessario riavviare Firefox per rendere effettive le modifiche.


LINUX
Lo stesso discorso vale naturalmente anche per Linux. L'impostazione grafica di Firefox è più o meno la stessa, questa è la procedura :

modifica > preferenze > rete > impostazioni > configurazione automatica dei proxy (URL)

salvare il file in una cartella di sistema facendo chiaramente attenzione a richiamare lo stesso percorso del file proxy.pac nella casella di testo (ad esempio file:///home/TUONOME/proxy.pac).


Link:
Lostlaowai.com
Anonymouse
Google.it/gwt/n

lunedì 3 marzo 2008

Chimica delle Olimpiadi 2: l'informazione



[... continua]
Tre anni fa, d'autunno non è piovuto praticamente mai.
Quest'anno, tra autunno ed inverno c'è stata una decina di giorni di pioggia e, considerando che a Pechino gli inverni sono particolarmente secchi, tutta quest'acqua dal cielo mi è sembrata davvero una cosa strana.
Pioggia naturale, può darsi, ma soprattutto pioggia artificiale. Quando cade, la riconosci subito, perchè cade forte e violenta, come un temporale d'estate che si annuncia pieno di fulmini, solo che in autunno la pioggia dovrebbe essere più leggera, più calma.. soprattutto più naturale.

E invece quì succede che in autunno, quando vedono che lo smog raggiunge livelli pericolosi, ecco che i mezzi dell'aviazione militare cinese che intervengono per bombardare le nuvole di particelle chimiche in grado di "stimolare" le precipitazioni... o almeno così sembra, non si hanno altre notizie che spieghino meglio questa faccenda, nè qualcuno sembra interessarsene più di quello che si apprende dalle fonti governative.
La cosa che sbalordisce è che anche in Rete, vuoi perchè è il Partito decide che più di quello non è dato sapere, vuoi perchè la mia ignoranza non mi permette di trovare altro, devo dire che non è così facile riuscire a trovare informazioni dettagliate al riguardo. Bombardare le nuvole con ioduro d'argento e altre sostanze chimiche sembrerebbe la cosa più normale di questo mondo. Magari è la meno innocua delle cose che succedono in questo Paese, ma non ci spererei poi tanto sapendo che l'unico modo per evitare marce indietro nella corsa allo sviluppo è manipolare l'informazione.

E' anche vero che abbiamo passato l'anno 2000, però mi domando se ancora oggi sono l'unico coglione che si fa problemi su cosa accada sopra le nostre teste. In caso affermativo, occhio non vede, cuore non duole, loro sparano in cielo queste sostanze e... puuffff! cade la pioggia!
Però succede (e badate che succede spesso) che quando sbagliano la dose di qualche "tot" di quelle sostanze, la pioggia statale cade forte, ma veramente forte, perchè magari si sprigionano energie tali da scatenare qualcosa di più di un normale temporale. C'è chi dice che anche senza ricorrere alla pioggia artificiale, il Governo provveda - di notte - a ripulire l'aria facendo in modo che le particelle di polveri inquinanti sospese nell'atmosfera cadano a terra per la gioia dei cittadini. In che modo, non mi è dato saperlo.

Non ho ancora capito poi se esiste una relazione tra la manipolazione del clima a Pechino e la scossa che prendo dovunque da un pò di tempo a questa parte: quando scendo dall'autobus, quando mi lavo le mani (si, prendo la scossa dall'acqua), quando chiudo la portiera del taxi.
[aggiornamento del 27 marzo 2008: prendo la scossa anche dai carrelli del supermercato]

E fra le tante notiziuole frammentate (italiane) provenienti dalla Cina, si viene a sapere che per tutta la durata delle Olimpiadi le autorità cinesi si impegneranno a manipolare il clima per evitare i probabili giorni di pioggia che ci saranno ad Agosto, soprattutto per le manifestazioni più importanti che si svolgeranno all'aria aperta, prima fra tutte l'inaugurazione, prevista come è noto ormai a tutti per il giorno 8/08/2008 alle ore 8 (nella pragmaticissima lingua di questo pragmaticissimo paese il numero "otto" si pronuncia "ba", che suona molto come "fa", e tra i tanti significati che ha la sillaba "fa" c'è anche quello di "发财" cioè "arricchirsi", "guadagnare").

A Pechino fanno piovere quando non dovrebbe ed evitano la pioggia nell'unico mese dell'anno in cui questa dovrebbe cadere.. e il deserto avanza, ormai siamo a 150 chilometri dalle sabbie del Gobi. E se è vero che quando una farfalla batte le ali in Brasile, in Texas si scatena un tornado..

I cinesi del primo anno che studiano l'Italiano alla BLCU hanno già imparato a raccontare queste frescacce nella nostra lingua, naturalmente riproposte in chiave "flourishing and glorious" e la frase che continuano a ripetere suona tipo " Anche se il cielo di Pechino è ancora molto inquinato il Governo si sta impegnando con mezzi sofisticati per ridurre le polveri sottili in vista delle Olimpiadi ".

Si si, lo so, è sbalorditivo vedere che questi è solo quattro mesi che studiano l'italiano mentre io dopo tre anni non vedo ancora risultati. Per quanto riguarda i mezzi sofisticati per lotta all'inquinamento invece non c'è nulla di cui preoccuparsi, siamo in buone mani!!


P.S. Da grande farò il giornalista!
p.p.s. (dopo attenta riflessione) ci ho ripensato!

sabato 1 marzo 2008

Chimica delle Olimpiadi 1: l'inquinamento



Pechino l'Olimpica si prepara all'arrivo dell'estate mostrando a tutti quello che di più ovvio e naturale ci si aspettava di trovare da tempo: aria pulita.

Oddio, non è che da un giorno all'altro l'aria della città più inquinata del mondo sia diventata limpida, però bisogna ammettere che da un pò di tempo a questa parte ce ne sono stati di cambiamenti.
Ricordo ancora la mia prima volta in Cina, tre anni fa, l'arrivo a Pechino a notte fonda dopo un volo di 10 ore. La sensazione iniziale è una foto che ancora oggi rimane nitida nei miei ricordi: il caldo appiccicoso, l'aria umida e afosa, l'autostrada vuota e silenziosa illuminata dalle luci arancioni dei lampioni spartitraffico, gli scheletri di cemento dei palazzi in costruzione, le facciate annerite di quelli già vecchi dopo due anni e .. la nebbia.
Allora con l'ingenuità di uno che in fondo in fondo spera davvero sia così, l'ho chiamata nebbia. Il giorno dopo ho scoperto che quella coltre di fumo giallognolo stagnante sulla città era wuran (污染), l'inquinamento.

A Pechino ovunque anda
vi c'era quella nebbia, sempre, costantemente. Vedere il sole era un'eccezione rara di qualche giorno al massimo, la città grigia di trent'anni prima era magari più luccicante rispetto al passato, ma restava sbiadita nei desolanti paesaggi marziani che si ripetevano ad ogni isolato, nel grigiume dei palazzi di cui non riuscivi a scorgere la fine e nella visibilità per le strade di appena un centinaio di metri..
Certi giorni potevi sentire perfino il sapore dell'inquinamento, giorni più cupi degli altri, con l'aria giallognola intrisa ovunque da una inevitabile patina oleosa.

" Oggi c'è l'inquinamento " annunciavano (quasi festose) le insegne dei ristoranti con l'aria condizionata accesa al massimo " bevete il nostro tè speciale contro il mal di gola ".

Leggevo su That's Beijing (e ritrovo scritto quà e là su internet) che respirare l'aria di Pechino equivaleva - tre anni fa - a respirare il fumo di 70 e più sigarette al giorno. Magari oggi sarà la metà. Che sono pur sempre due pacchetti.

Così me la ricordavo Pechino prima di tornare per la seconda volta, con la paura di dover passare un anno in una camera a gas senza via di scampo.
Oggi il cielo di Pechino è azzurro, come ieri, come la settimana scorsa, come da un bel pò di tempo a questa parte e nonostante la pioggia stenti ancora a cadere, non credo di ricordare una giornata particolarmente inquinata. Forse c'è stata, ma davvero si tratta di eccezioni. Continuo a pensare se davvero non siano i miei ricordi ad essere annebbiati.


Sarà che manca poco alle Olimpiadi, ma da queste parti a far bella figura non ci pensano due volte. A proposito, stamattina ero convinto di aver visto da qualche parte quanti giorni esatti mancano alle Olimpiadi.. forse sul giornale, forse sul tabellone elettronico all'incrocio dell'uscita del terzo anello della tangenziale, forse in TV, forse su quel tabellone simile ad un vecchio segnapunti da pallavolo appeso ai cancelli della scuola.
E a sapere che ogni giorno, tra le mansioni dei soldatini cinesi (paladini della sicurezza nel campus) c'è anche la voce "
scalare il conto alla rovescia alle Olimpiadi " mi si scalda il cuore.
Comunque sia i giorni saranno centocinquanta o giù di lì.

Pechino quasi non sembra più la città più inquinata del mondo che era fino a qualche anno fa, non fosse per l'odore che resta sulle mani dopo aver girato in bicicletta, per la polvere che si accumula velocissima dovunque per la stanza (anche con le finestre chiuse), per l'olfatto anestetizzato che non sente più gli odori e per altri piccoli particolari ancora.

Effettivamente tre milioni di automobili e un'acciaieria (da poco spostata altrove) non sono proprio l'ambiente ideale per attrarre atleti da tutto il mondo.. E pensare che una volta da queste parti c'erano solo biciclette (o quasi).
Oggi di biciclette se ne vedono sempre meno, le strade di Pechino (come del resto, anche della Cina) sono sempre più invase da ogni sorta di mezzo a motore, che si tratti di auto, moto, risciò o scooter poco importa, ormai anche in una città pianeggiante come questa sono tutti stanchi di pedalare con le proprie gambe.

E' un sollievo sapere che una parte di quei mezzi motorizzati a due e tre ruote utilizza energia elettrica ma è triste vedere come oggi, solo gli anziani e gli studentelli come me hanno ancora il tempo da perdere per andare su una bicicletta. Gli altri, sfrecciano veloci nelle loro auto nere dai vetri oscurati.


[continua...]