lunedì 30 giugno 2008

MAOney



Ho sempre pensato quanto inopportuno fosse mettere la faccia di Mao Zedong sulle banconote cinesi. A mio avviso, il predicatore di un certo tipo di società, politica ed economia male si associa alla strada imboccata dalla Cina contemporanea, che tutto mi sembra, tranne che Comunista.

Per dirla tutta, è già da qualche anno che si vocifera dell'intenzione del Governo di sostituire (o affiancare) le attuali banconote di taglio superiore ad uno Yuan - tutte col faccione di Mao - con altrettante, in cui verranno raffigurate le altre personalità che hanno contribuito a creare la Cina moderna come la vediamo ed intendiamo oggi.
Sun Yat-sen e Deng Xiaoping sono tra i più probabili candidati a questo riconoscimento ma di certo non sarà facile rimuovere una delle ultime zavorre che ricordano a questo Paese di aver avuto un passato travagliato.


A parte questo, in Cina il problema dell'emissione di moneta merita un'attenzione tutta sua.
Avendo a che fare con un Paese così vasto e dalle mille sfaccettature, non è difficile intuire quanto sia stato problematico decidere la grandezza dei tagli di banconote.
Tagli troppo grandi favorirebbero la contraffazione.
Tagli troppo piccoli sarebbero scomodi.
Ma tanto è. E per ora i cinesi si tengono questi ultimi, nonostante l'inflazione galoppante pre-Olimpiadi.

E se nelle campagne è
ancora relativamente facile riuscire a farsi bastare una banconota da 100 yuan per qualche settimana, nelle città il problema sta raggiungendo proporzioni al limite del ridicolo.
In Cina i tagli di moneta cartacea vanno da 1 Yuan (0.10 euro) a 100 (10 euro). In pratica la banconota più ambiziosa vale si e no il costo di una pizza in Italia. In questo Paese esisteranno pure assegni, conti correnti e carte di credito, ma spesso ai cinesi piace di più toccare con mano i soldi che spendono o incassano.
Non posso fare a meno di ricordare le file assurde agli sportelli ATM, con la gente che preleva quattro o cinque volte 2000 Yuan per volta, l'ingombro di così tanti soldi addosso (manco fossi un rapinatore) quando si tratta di dover pagare la retta scolastica e l'affitto al dormitorio o il rumore delle macchinette contasoldi che sfogliano - instancabili - i biglietti da 100 yuan in banca, al supermercato, alle poste, in libreria, perfino in farmacia.

Intorno alla scuola, nascosti nelle zone residenziali a maggioranza cinese, ci sono ancora vecchietti che riparano la bici per 5 jiao appena (5 centesimi di Euro), venditori abusivi di spiedini a 1 yuan e bottiglie di birra da 66cl a 2. Auguro loro di farsi ancora grosse risate alla faccia nostra, che paghiamo una Qingdao fino a 30 kuai nei locali alla moda o che ne spendiamo pure 50 per mangiare al ristorante.
Ma soprattutto, auguro loro di prendersi ancora gioco di noi, che ci domandiamo - increduli - come sia possibile mandare avanti questo Paese con banconote da 10 Euro.


Nella foto: una decina di euro. Versione pop.

p.s. le banconote vere hanno il colletto di Mao ruvido!

4 Comments:

Donna Cannone said...

Molto interessante (e stimolante per riflessioni qui)

Salutoni

Maio said...

in effetti sono proprio uno strazio, la stessa faccia su tutte le banconote, manco fosse il monopoli! :) preferisco di gran lunga quelle dedicate alle minoranze etniche, adesso in pratica confinate a far da resto nei supermercati (5 jiao).

marcouk76 said...

Ciao, anche se non commento molto, non mi perdo nessuno dei tuoi interessantissimi post.

Grazie per questa finestra aperta sull'Oriente.

Anonimo said...

ciao Michele,

era un po' che non passavo, ed ho trovato varie cose davvero belle e simpatiche da leggere. Manco dalla Cina da un mese e mezzo, e credo che ci tornerò solo a buriana olimpica passata.

Sei ancora lì? E per quanto?

E' molto vero, e piacevole da leggere, quello che racconti. Io frequento più Shanghai che Pechino, ma gli omini che ti aggiustano la gomma della bici o ti tagliano i capelli per wu mao ci sono anche lì. E fanno parte, delle volte, dei miei ritratti sul blog.

ciao Michele, buon soggiorno e buon rientro in Italia, quando sarà!

a presto,
HP