venerdì 30 novembre 2007

北京2008奥运会 Olimpiadi

(sottotitolo: vabbè, magari era meglio se non lo facevo, comunque sono sempre in tempo per tirarmi indietro..)
Ieri a scuola girava un avviso con cui si cercavano dei volontari per le olimpiadi che NON avessero come lingua madre il giapponese, il koreano, l'inglese e il tedesco. E allora ho pensato bene di registrarmi per la piccola intervista di selezione che si è svolta oggi. In settimana dovremmo conoscere i risultati.

La cosa bella è che se mi prendono molto probabilmente potrò accedere ai siti delle gare olimpiche, accompagnare le delegazioni nazionali e magari vedere le Olimpiadi dalla parte di chi organizza.
La cosa brutta è che probabilmente mi prenderanno perché questo è proprio un gran bel lavoro di m***a e non è facile trovare qualcuno disposto a farlo: il mio servizio di assistenza alle delegazioni sportive straniere durerebbe più di otto ore al giorno (a partire dalle sei del mattino), è completamente gratuito (per loro) e l'unico compenso che viene dato in cambio a chi presta il servizio è la gloria (come ai tempi di Mao, ah! evviva gli incentivi morali). Sarà il caso di farmi regalare almeno un cappellino se proprio sarò lì.. ma tanto penso proprio di non andare; oltretutto a quel punto avrei un pò di casini con l'estensione del visto, col volo di ritorno (che vedrei annullato), nonchè lo sbattimento di dover trovare una sistemazione quanto più economica per un periodo che si ritiene possa costare fino a sei volte più del normale..

Non sono ancora sicuro di aver fatto la cosa giusta, magari potevo sprecare il pomeriggio in un modo più costruttivo.. e poi queste Olimpiadi..
C'è chi pensa di boicottarle, c'è chi è entusiasta per quello che in molti definiscono il "debutto" della Cina tra le grandi. A me non fa una piega nè l'uno nè l'altro discorso, sono prese di posizione troppo estreme che spaziano dal rifiuto assoluto all'assuefazione più totale.
Sono pienamente cosciente di quanto complicato e delicato è l'argomento ma non mi sembra il caso di pendere dall'una o dall'altra parte. Ormai i "giochi" sono fatti, la Cina è pronta da un bel pò a questo evento e negarglielo ora avrebbe più effetti negativi che altro. Troppi interessi nazionali ed esteri, troppi soldi, troppe speranze in gioco. Meglio lasciarla andare. ORMAI. Però..

Però verrebbe da chiedersi come è stato possibile che il Comitato Olimpico sia riuscito ad accettare la candidatura e - in seguito - l'elezione, di Pechino, capitale della Repubblica Popolare Cinese, per i Giochi Olimpici 2008.
La risposta è che tutto è stato studiato a tavolino, scegliendo una tabella di marcia funzionale allo sviluppo del Paese più popoloso del mondo. Ma come al solito la verità sta in mezzo ed è il risultato del modo in cui la si guarda e la si interpreta.. c'è chi ci vede la naturale prosecuzione di un processo avviato oltre vent'anni fà da Deng Xiaoping successivamente alla morte di Mao, c'è chi si oppone in tutti i modi cercando di svelare al mondo quello che in fondo sa già. Che la Cina non è quello che sembra, che Pechino non è la Cina e soprattutto che la situazione nel resto del Paese non è poi migliore di tanti anni fa. Acqua calda.

La Cina non è pronta alle Olimpiadi. Magari è pronta la macchina organizzativa, le strutture sportive e i cittadini di Pechino (che hanno imparato non suonare il clacson, a sputare di meno e a vestirsi più decentemente), ma non è pronto tutto il resto. Perchè se da una parte c'è una città sfacciatamente occidentale, moderna e funzionale in ogni suo aspetto, dall'altro non si possono ignorare le altre facce della Cina: la Cina rimasta indietro, la Cina delle campagne in attesa del progresso, la Cina-fabbrica del mondo che produce spazzatura sottocosto per l'umanità. Troppi mondi così diversi, così lontani, eppure geograficamente così vicini. Troppe sfumature, troppo veloci, troppo estreme.

Sono perplesso per il futuro della Cina, per quello che ha a che fare con le Olimpiadi, per quello che succederà..
Perchè in quel momento gli occhi del mondo saranno puntati su un Paese che non ha ancora regolato i conti con la sua storia. Non mi riferisco al dissidente isolato che avrà i suoi dieci secondi di celebrità protestando per i morti di Tiananmen, per i diritti umani o per lo sviluppo economico sbilanciato e antidemocratico. Quello, perchè no, mi auguro che ci sia. Qualunque cosa gli accada dopo.

Mi preoccupano di più gli scheletri nell'armadio, le tensioni con Taiwan e con il Giappone, le spinte centrifughe di Tibet e Xinjiang, la povertà della gente esasperata delle campagne, l'inquinamento, la corruzione. Di quello ho paura. La "bomba sociale" è grande come lo è un paese di un miliardo di abitanti, ma se esplodesse ora, nessuno - da occidente - avrebbe il buonsenso o il coraggio di indignarsi. Non ora. Questioni di CIRCOSTANZA..

Mi preoccupa pensare che questo teatrino di ipocrisia abbia pian piano coinvolto un numero crescente di Paesi civilizzati e democratici in maniera direttamente proporzionale alla rilevanza economica della Cina negli ultimi anni. La Cina è certamente consapevole del suo peso, usa la sua forza per svelare a piccole dosi i suoi segreti e le sue colpe nel modo più indolore possibile, ma anche per CONFORMARE il mondo occidentale al SUO modo di pensare e di ragionare. Sembra già normale il fatto di poter organizzare la più grande manifestazione sportiva della storia in un paese governato da un partito unico...

Quanto è stato facile per l'opinione pubblica internazionale condannare la strage di Tiananmen e indignarsi alla vigilia della caduta del comunismo in Europa? La Cina era ancora pressocchè irrilevante sul piano economico mondiale e l'America, paladina del mondo "democratico", stava portando a conclusione la sua guerra (fredda) contro il comunismo.
Ed oggi? Quanto è difficile, ora, condannare la Cina per
la strage di Dongzhou avvenuta meno di due anni fa? E chi se lo ricorda ancora (o, solo, ne ha sentito parlare)?

Siamo tutti burattini, piccoli e vulnerabili. Buffoni
di corte alle dipendenze di un re ricco e tiranno. Speriamo solo, a questo punto, di avere in cambio un'adeguata ricompensa per la nostra farsa.

Nella foto: il mio materasso Olimpico (foto capovolta)

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