giovedì 7 febbraio 2008

Capodanno a Jianshui

Jianshui è il posto ideale per entrare in contatto con lo spirito del Capodanno cinese, una festa tradizionale che viene dalla campagna, dai ritmi della natura, dal tempo delle cose.
Tutto intorno a Jianshui è campagna e la modernità è ancora un corpo estraneo di cui si avverte l'invadenza solo in certe zone del centro. Per il resto, la città dai tetti incurvati resiste bene alle varie iniezioni di progresso che la fanno somigliare a una qualunque altra città di questo Paese, con i quartieri commerciali uguali a Pechino o a Shanghai, con i negozi di telefonia mobile che si intervallano a distanza di cinque metri l'uno dall'altro, dove la cacofonia a tutto volume della peggiore musica occidentale è la migliore esca per i potenziali acquirenti.





Già dal primo pomeriggio di ieri si vedeva la gente scappare per le strade, chiudere le serrande dei negozi e rintanarsi a casa propria per prepararsi a festeggiare il Capodanno. Per la strada c'è una calma surreale, interrotta dagli scoppi dei petardi che si fanno via via più intensi al calare del sole. Restano solo venditori di fuochi d'artificio, petardi rossi e incensi.

E' b
ello vedere il Capodanno a Jianshui, in mezzo agli scoppi e alla gioia della gente, con l'odore forte della polvere da sparo nell'aria e i detriti rossi dei petardi sparsi ovunque per la strada.. era un passaggio di cui sinceramente sentivo la mancanza, come se quel 31 dicembre qualunque di qualche mese fa non fosse bastato a farmi percepire il nuovo anno, il tempo che passa, la fine di un periodo e l'inizio di un'altro.
Ne avevo bisogno.
La mia ignoranza in materia non mi permette di andare oltre, inizio l'anno del Topo con la sola speranza che sia un anno fortunato.

Dopo la mezzanotte io e Lionel siamo in un hutong proprio dietro al nostro hotel quando vediamo due ragazze cinesi lanciare petardi che esplodono in volo a pochi metri da noi. Inveisco "auguri" e "convenevoli" sorridendo nella mia lingua italica prima di conoscere il cuginetto di cinque anni, un piromane alto un metro che gira in casa con un accendino e un pallone di Maradona.. Ma è tutto a posto, è solo una famiglia di Jianshui che festeggia l'arrivo dell'anno del Topo.



Le ragazze ci invitano ad entrare nella loro casa (a patto che quel "coso" resti fuori) e ci presentano la famiglia al completo riunita per l'occasione, che ci offre qualcosa da bere e tabacco da fumare con la pipa di bambù (una delle diciotto stranezze dello Yunnan!). Sulla porta d'ingresso brucia lentamente un enorme incenso viola, mentre all'interno ci sediamo tutti a gambe incrociate sopra un letto di aghi di pino. E' una tradizione di cui neanche loro si ricordano bene il significato. Si chiacchiera, si beve, si impara di più che a leggere cento libri sulla Cina e si fanno le quattro della notte. Tre ore e mezza più tardi sono in un pullman per Gejiu con le due giapponesi - Shoko e Chie - sedute davanti a me. Lionel e le altre stanno ancora dormendo in hotel. Giustamente. Sono le sette del mattino.

Io ci provo inutilmente per tutta la durata del viaggio, in un continuo rimbalzare della testa contro il finestrino. Ci vogliono più di tre ore e un numero imprecisato di minibus, taxi "neri" (shirotaku) e tuk-tuk per raggiungere i Ti Tian, le risaie a terrazza lungo i pendii dello Yunnan, sopra le nuvole di Yuanyang e dei villaggi circostanti, ad oltre duemila metri d'altezza.




Nelle foto: risaie a terrazza nei dintorni di Yuanyang

Il colpo d'occhio lascia senza fiato, la sensazione è che le foto che scatto non riescano a catturare quello che vorrei, sono circondato da qualcosa di spettacolare, una meraviglia dell'ingegno umano vecchia di oltre mille anni coltivata dalla popolazione di queste montagne in simbiosi con la natura, senza invaderla, senza distruggerla, ma trasformandola. Il sole svetta alto sulle cime verdeggianti colme d'acqua mentre la nebbia sale lentamente dal fondovalle.. Un'occhiata è sufficiente a ripagare il tempo impiegato per arrivare e a giustificare quello che ci sorbiremo al ritorno: lo stesso viaggio a ritroso tra tuk-tuk, taxi "neri", minibus e due coincidenze di autobus da non perdere..

Tra un pò si va a mangiare qualcosa con gli altri.. dopo cena raccogliamo tutti i pezzi del viaggio e ci prepariamo al ritorno a Kunming. La capitale dello Yunnan è a tre ore e mezza d'autobus da quà, ma stavolta siamo solo di passaggio: alle due di domani parte il volo per il nostro capolinea, destinazione Pechino!


Link:
Terrace fields in Yuanyang (risaie a terrazza a Yuanyang)
Eighteen oddities in Yunnan (Le diciotto stranezze dello Yunnan)

1 Comment:

Anonimo said...

ciao Michi, queste foto sono stupende, ne hai per caso altre? sembrano far parte di uno di quei film antichi ma con una cerat cultura alle spalle....
a presto
roberta