venerdì 25 gennaio 2008

Guangzhou: ritorno alla trappola

Due ore di pullman da Zhuhai, città oltre la frontiera dal lato di Macau e siamo di nuovo a Guangzhou. E chi se lo aspettava di trovarsi proprio dove nessun'altro voleva essere, alla stazione ferroviaria del capoluogo quando le fabbriche del Guangdong mandano in ferie per un mese i propri dipendenti, tutti assieme, tutti in una volta. Come a Ferragosto da noi. Che geni che siamo!



Stazione di Guangzhou, ovunque mi giro c'è gente in cerca di un biglietto o in attesa di un treno. Ce n'è tanta. La maggior parte di loro sono operai sottopagati provenienti dalle zone più povere del Paese che lavorano nelle fabbriche-città del Guangdong, la provincia cinese a più alta industrializzazione del mondo: le eccellenze e le schifezze, i certificati ISO9002 e i cancri di plastica, i falsi, i veri, gli indistinguibili.. tutto proviene da quà e questa è la gente che produce tutto ciò. Incontro quello che ha lavorato all'assemblaggio della mia fotocamera, magari incontro pure quello che ha cucìto le mie scarpe sportive, ma non me ne accorgo.



Già dalla fermata della metropolitana - proprio sotto la stazione - poliziotti sbraitano sulla folla per mantenere la calma... "不要急",不要急" ("bu yao ji, bu yao ji" calma, calma) si sente urlare in continuazione.. una volta sopra, è l'inferno. Com'era prevedibile, non è possibile entrare DENTRO la stazione. Si resta fuori, sotto la pioggerella fina che sta già infangando la piazza antestante, dove sono stati allestiti dei padiglioni numerati per raccogliere ordinatamente le persone in attesa di un treno. O magari questa era l'intenzione.

Io riesco a distinguere soltanto i simpatici soldatini cinesi, gli stessi che erano nel campus quando mi hanno fottuto la bici, gli stessi che marciano a Tiananmen inneggiando canti militari, gli stessi che indossano l'elmetto della prima guerra mondiale quando vado in banca, gli stessi che si prendono a schiaffi col collega quando si rompono le balle.. Sono lì, divisi in squadre, ognuno col suo manganello, ognuno col suo sguardo spaurito, ma sempre pronto a ridacchiare col vicino. Età massima 16 anni e mezzo, almeno così dimostrano le loro facce. E dovrebbero mantenere la calma. A Guangzhou.


Nella foto: caos alla stazione ferroviaria di Guangzhou

Mentre siamo in fila alla biglietteria, cerchiamo di capire dove è più comodo andare... A noi importa solo andare verso ovest, verso lo Yunnan, verso Kunming. Il problema è che non ci sono i treni. I treni in partenza oggi sono tutti pieni, al massimo c'è qualche posto a sedere per domani sera, destinazione Guilin, a metà strada di dove vogliamo andare noi: 1000 chilometri di viaggio seduto ("sedile rigido", ed è già tanto) in un treno pieno a scoppiare con il corridoio intasato da gente che ha in mano il suo biglietto "posto in piedi", anch'esso acquistabile per un viaggio da 18 ore. A questo sono disposti i cinesi pur di ritornare a casa per la Festa di Primavera. E tanto permette di fare un biglietto del treno da 10 euro.


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