martedì 8 aprile 2008

La Repubblica delle Banane 意大利香蕉共和国

Gentile signore, purtroppo la Legge 459/2001 non consente ai non iscritti AIRE di poter esercitare il diritto di voto all'estero.
Distinti saluti

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addetto affari consolari e sociali



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Almeno ci provo" ho pensato qualche settimana fà dopo aver mandato un'email all'ambasciata italiana di Pechino in cui chiedevo, molto ma molto ingenuamente, le modalità di voto per chi come me, fosse residente all'estero in qualità di studente.

Niente da fare, per votare occorre "trovarsi" in Italia o risultare iscritti all'AIRE (l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) e a quanto pare il mio limbo non rientra in nessuna delle due ipotesi. Per far parte di quest'ultima bisogna infatti dimostrare di lavorare e risiedere effettivamente all'estero: una faccenda piuttosto complicata per qualche decina di migliaia di studenti (e non solo) che - come me - sono sparsi per il mondo ed hanno la gran fortuna di evitare l'atmosfera catodica italiana, basando invece le proprie opinioni (o le scelte di voto) su ciò che leggono da internet, su ciò che vedono scritto nei giornali online, su come ci vedono gli stranieri dall'estero. Guardando all'Italia con altri occhi.

Nel futuro che vent'anni fa immaginavamo con le auto volanti, io non posso recarmi normalmente presso la mia ambasciata e dare la mia preferenza di voto. Ma non potrei pretendere di meglio: nel futuro delle auto volanti in Italia si vota ancora con la MATITA.
Magari è andata meglio così, stavolta ci avrei messo una vita a decidere cosa sarebbe stato meno peggio fare.

Mi turba il fatto che ormai, per votare, gli italiani (d'Italia) hanno bisogno di consultare le minchiate di un apparecchio elettronico fino a 24 ore prima dell'apertura delle urne. Davvero strana come cosa. Per non parlare del silenzio stampa, che pone un limite di tempo alla propaganda elettorale su radio e TV ignorando completamente che esiste un mezzo di comunicazione che se ne sbatte altamente i marroni di questi palettini burocratici.

Sarà per questo che gli italiani all'estero hanno già votato. Loro non hanno avuto bisogno dei vari Vespa o Mentana ad indicare loro il leader in cui credere, nè hanno dovuto seguire il blaterare di un candidato contro l'altro, in un continuo confronto fatto di balle mediatiche e sonnolenti colpi di scena. Gli italiani all'estero non hanno avuto bisogno di sentire le bisticciate di due buffoni che decidevano NON come salvare dal baratro questo Paese, bensì chi dei due avrebbe parlato per ultimo nel faccia-a-faccia televisivo.
Encroyable!!

A questo punto, Fratelli d'Italia, fate del vostro meglio!
Anzi, fate del vostro meno peggio!



p.s. Ma perchè si vota ancora con la matita?
p.p.s. ma lo sapevate che la Cina non è (esattamente) una dittatura? .. amo questo Paese!


Nella foto: "L'italiano medio" visto dal mio francese preferito! (sabato 12, serata tranquilla al Bed, [Zhangwang Hutong]  sfide a colpi di matita con Lionel..)

14 Comments:

Anonimo said...

Intendi dire che gli italiani all'estero, hanno votato di abbandonare sta bagnarola prima che coli a picco?

In effetti la questione del voto di studenti e riceratori non residenti - che costituiscono un bacino pressoché d'elite di teste pensanti, viene "provvidenzialmente" messo a tacere. eh?.....

Saluti

Unknown said...

Io, studente italiano "residente" all'estero, non mi sento una testa più pensante delle altre, ma ho notato quanto cambia la percezione della realtà italiana allontanandosi dai suoi confini nazionali (o anche solo dalle sue frequenze televisive).

Lontano da questi "strumenti di narcotizzazione sociale" mi sono reso conto di quanto siano più importanti (e spesso più veritiere) le informazioni che ci si trova a dover spulciare da altre FONTI, quali i giornali online (non necessariamente italiani.. inglesi, francesi, spagnoli.. un pò di "straniero" lo decifriamo un pò tutti ormai, no? :-), blog (con esasperazioni ben accette da una parte e dall'altra) e altri siti di informazione online più o meno generali, per non parlare poi delle impressioni che si colgono dagli stranieri con cui vengo a contatto a scuola e non solo..

Vista da questi occhi - di certo - la situazione sarebbe ben diversa da ciò che si sta realizzando.

POTENDO SCEGLIERE, mi domando come mai la maggioranza delle persone possa continuare a dare il proprio voto a partiti con la maggior concentrazione di CRIMINALI e MAFIOSI?
e soprattutto, tutto questo è "normale" in una moderna "repubblica delle banane" come la nostra? probabilmente sì, come è anche "normale" che 2008 molti "intrappolati all'estero" come me non abbiano avuto modo di esprimere la propria preferenza di voto.
Ma per ora, il mio mistero rimane incentrato sulle matite!!!

p.s.
... il mio vicino di banco NORDCOREANO parla poco. Oggi mi si è girato e mi ha detto "voi italiani siete un popolo di mafiosi". Gli ho sorriso e l'ho abbracciato! come potrei dirgli il contrario?

Donna Cannone said...

Avevolo stesso problema di vista: tendo a pensare "agli altri" proiettando su di loro i miei parametri, ovvero; capacità di analisi, voglia di astrarre e di capire, conoscenza di lingue e di un po' di mondo. Mi hanno fatto capire - validi amici, che NON è così. L'elettore medio è più simile a una casalinga confusa (che non sa di esserlo) che vota il berlusca perchè è un bell'uomo.
(Non ho nulla contro le casalinghe in sè, ovvio).
Sono convinta che mediamente il popolo di studenti e ricercatori italiani all'estero abbia - se non un QI - quantomeno conoscenze ed esperienze più ampie ed utili a mettere a fuoco la situazione del proprio paese, perhcè il confronto arriva, anche se non richiesto, con gli stranieri che stanno intorno.

Salutami il tuo collega nordcoreano: un ganzo!

Anonimo said...

che tristezza, solo 23 anni e già ho visto troppe volte salire quel mafioso al governo.
io nn guardo la tv in italia. anche report e annozero, me li riguardo dal sito della rai.
spulcio solo internet: quotidiani online italiani e inglesi.
accendere la tv è letale.
non voterò mai la destra, neanche sotto tortura (nn che la sinistra di oggi sia valida da noi, ma MEGLIO DEL PEGGIO di sicuro).
LA COSA ASSURDA è che questa volta quel cretino ha vinto GRAZIE ALLA LEGA NORD..............................
la cosa ancora + assurda è che se chiedi alla gente,( nn i tuoi amici, parlando in banca, al bar, al supermercato, in uniersità, al lavoro)--- OVUnque .-----....nessuno dice d averlo votato. tutti contro di lui.
MA ALLORA CHI CAZZO è STATO???
cmq, la storia degli italiani all'estero che votano prima viene giustificata ciol fatto che ci vuole un po' x spedire le schede e perchè nn vogliono "che il voto sia deciso all'ultimo momento da un pacchetto postale" .
in qsti giorni l'italia mi sembra insopportabile...per fortuna che a settembre sarò anche io in cina. anche se qui ovviamente al suono d qsta frase, mi sfottono alla grande.....

Unknown said...

x Donna Cannone:
precisazione sulla descrizione dell'elettore medio italiano (centrata alla grande!):
storicamente sono Fini e Rutelli che si beccano i voti migliori delle casalinghe italiane!!!

x Rossella
Ho ben chiara la sensazione che provi, succede anche a me di sentire critiche da ogni dove esclusivamente rivolte a Berlusconi, a quello che ha fatto, a quello che si è intascato, ai suoi contatti presunti o evidenti con la mafia, ai suoi capelli.
Roba che in altre Democrazie lo avrebbero già incastrato e messo in galera provocando uno scandalo internazionale. Quà ci si limita a "venire a conoscenza" dei fatti propinatici dai media senza troppi polveroni.

Per mia necessità (e fortuna) ho fatto di internet la sola ed unica fonte di conoscenza, spaziando da organi di informazione nazionali e internazionali a blog di ogni colore politico ed enfasi.

Ebbene, mai e poi mai avrei pensato al ricrearsi di un'ennesima situazione politica, oggi, con tutte le informazioni di cui si è a disposizione, con tutti i fatti di cui si è a conoscenza, con tutte le possibilità che offre in pochissimi secondi uno strumento efficace e facile da usare come internet.
Vai su google, cerchi il nome di un politico e ti dà tutto, vita, morte, miracoli e voci di paese.
T-U-T-T-O.

Ebbene, con tutta la tecnologia di cui siamo a disposizione oggi, non riesco ancora a spiegarmi il comportamento degli italiani se non definendolo PURO SADISMO.

Riprendendo nuovamente la "donna cannone" :-) bisogna dire però che molto spesso si proietta sugli altri i propri parametri, pensando davvero che chiunque abbia il tempo, la voglia e il modo di essere informato senza incappare nei media "tradizionali".

Purtroppo siamo (siete :-) in Italia, un Paese rovesciato, un Paese che si merita ciò che ha cercato con tutte le sue forze.
Buona Visione.

p.s.
politicamente, accetterei di tutto, una destra o una sinistra. Ciò che non accetto è l'ennesima investitura di un mafioso alla presidenza del consiglio. Se nella stessa ala di parlamento ("p" minuscola) attualmente occupata dal suo partito ce ne fosse un'altra governata da altre persone, pulite, non indagate, non immischiate in nessuna maniera con la mafia e con le varie aziende del suo leader, magari un pensierino ce l'avrei fatto... ma forse ho esagerato con i sogni!

Unknown said...

chiedo scusa x come mi sono dilungato ma sono a casa mia e faccio come caxxo mi pare :-)

e ricorda che gli italiani non dovrebbero permettersi neanche per scherzo di fare battutine sulla Cina.. Non ce ne rendiamo conto ma stiamo diventando esattamente la stessa cosa: censura, bavagli, propaganda, grandi promesse, grandi opere (e cattedrali nel deserto), non-rispetto delle regole europee (e internazionali), figure di 'mmer..., controllo dell'informazione, oligarchie familiari consolidate..

Io conterei fino a dieci prima di buttare altra merda sulla Cina! :-)

意大利香蕉共和国万岁!
Berlusconi大款王万岁!

Anonimo said...

Analisi Elettorale

Dopo la debacle elettorale delle sinistre si sprecano i commenti su Berlusconi , sul nostro paese ecc.. Le sinistre, come al solito, non hanno capito nulla. E sentenziano sprezzanti, come fa Gad Lerner, che il federalismo fiscale è un’invenzione verbale per dire «ognuno si tenga i suoi soldi» e che i richiami alle radici e ai valori tradizionali sono «inautentici e fasulli», strumentali alla Lega per «cavalcare pericolosamente la xenofobia».
Ancora adesso continuano a parlare di «presunta questione settentrionale». A dipingere i leghisti alternativamente come macchiette o come pericolosi razzisti. A liquidare il fenomeno con una preoccupata alzata di spalle. Ma la verità è che la Lega li ha soppiantati proprio nel cuore di quella gente di cui si riempiono continuamente la bocca ma dei cui bisogni reali sanno pochissimo.
1) Non è razzismo desiderare sicurezza, ma è difficile da capire per chi, dall’alto della torre d’avorio del suo ben protetto quartierino o della sua bella villa blindata, parla solo per astrazioni e tra i «migranti» - com’è d’obbligo chiamare gli immigrati nei salotti buoni - non distingue il bravo lavoratore dal delinquente.
2) Non è egoismo chiedere che i soldi versati in tasse ti ritornino sotto forma di servizi e infrastrutture in percentuali non troppo inique; ma vaglielo a spiegare a chi di servizi ne ha in abbondanza per censo, venera la categoria della «solidarietà verso il mezzogiorno» come un totem all’ombra del quale giustificare ogni forma di assistenzialismo e considera chi non la pensa come lui un evasore fiscale tout court.

I sindaci leghisti del Nord finiscono sui giornali, compresi quelli inglesi e spagnoli, per le loro iniziative più eclatanti e anche discutibili, come no. Ma è un abbaglio colossale ridurli al folclore della definizione: «sceriffi». Saranno brutti, sporchi e cattivi, ma in questi anni hanno saputo sintonizzarsi con la loro terra come nessuno, hanno interpretato e spesso risolto, almeno in parte, i problemi dei loro cittadini. I quali li apprezzano e li rispettano al di là delle (o nonostante le) loro «sparate». E ora questi amministratori sono la punta di lancia dell’ennesima riscossa leghista, la nuova classe dirigente di un Carroccio di lotta e di governo che, non a caso, tracima dalle tradizionali roccheforti e sfonda persino nella «rossa» Emilia Romagna. Dove le chiavi del potere sono sempre in mano agli ex pci, ma dove la gente normale si trova ad affrontare situazioni analoghe a quelle dei vicini veneti e lombardi. E comincia a pensare che, forse, chi ancora sventola bandiere rosse tessute col cashmere o fa la predica dalla tolda dello yacht non gliela racconta poi tanto giusta.
Non a caso quelli della falce e martello sono quasi spariti: il fatto è che, per essere comunisti, oggi bisogna poterselo permettere. Gli altri, magari, votano Lega.

Anonimo said...

IL BERLUSCA!!
Le analisi che giornali e televisioni ci propinano in questi giorni, partono dal principio che il popolo sia quello che sia (provinciale, clericale, padronale, incolto), sicché a Berlusconi viene riconosciuta una genialità soprattutto tecnica nel saperlo intercettare: il Cavaliere è un venditore e il popolo è un target.
In un sol colpo ha destrutturato due partiti e ha saputo erigersi a cavallo tra politica e antipolitica; di fronte alla crisi ha saputo sedurre le debolezze popolari mischiando una visione ottimistica nel futuro (come nel ’94) alle conoscenze e competenze che frattanto ha maturato. Questo, quando va bene, dicono i giornali, al di là della millesima analisi sulla semplificazione del quadro politico.



Secondo me chi liquida sommariamente e superficialmente Berlusconi come “quel mafioso al governo” dovrebbe fare (sempre che ne abbia le capacità) una riflessione profonda su quest’uomo che ha segnato nel bene e nel male la storia recente di questo Paese: il male è stato ampiamente dibattuto, ma il bene merita di essere anch’esso esaminato».
Ecco: che questo «bene» possa contemplare anche quella larga parte di Italia che ha votato Berlusconi, e che magari in altre circostanze potrebbe votare altrimenti, è la rivoluzionaria ovvietà che non riesce a farsi largo nel ceto pseudo-intellettuale.
Non è chiaro che il sodalizio ormai storico e pluriennale tra Berlusconi e gli italiani non è dato solo dalla somma delle capacità tecniche e persuasive del primo sui secondi, ma dal fatto che gli italiani, dopo quindici anni, si fidano evidentemente di lui, gli credono, talvolta lo amano.
Nella storia, e pur nell’era della televisione, non è ancora esistito un leader che abbia conquistato un popolo spingendolo a leggere il proprio programma. Nel sostegno incondizionato che un popolo sa dare a un leader c’è qualcosa che persino a noi, classe informata, talvolta sfugge, ma alla gente, l’orribile gente, no.

p.s. Michè.. invece di abbracciare il tuo amico nord coreano il quale sostiene che “tutti gli italiani sono mafiosi” potresti ribattere che ci sono milioni di italiani che si alzano la mattina per andare a fare un lavoro onesto che è il più tassato d’Europa, che l’Italia è il paese in grado di produrre “oggetti” copiati da tutto il mondo e ammirati da tutto il mondo ecc.. ecc.… risparmio commenti sulla Corea del Nord comunista… “non potrei non essere offensivo”…

Unknown said...

Ciao Daniele, grazie per il tuo intervento.
Condivido molto di quello che tu dici e in fin dei conti non avrei nulla in contrario sulla situazione politica che si è venuta a creare.
Ripeto che dal punto di vista politico mi piace restare aperto ad eventuali scelte, destra o sinistra stanno lentamente perdendo il loro significato originario ed oggi molti voti li prende chi è più abile a parlare in televisione nell'ultima settimana di campagna elettorale. Su questo non ci sono dubbi.

Proprio per questo la mia prima reazione alla terza riconferma di un governo Berlusconi è stata di disgusto, non tanto per la persona in sè per sè quanto per l'ostinazione degli italiani a voler riconfermare ancora oggi un certo tipo di far politica, non sempre onesto e trasparente, il più delle volte "inciuciato" in affari giudiziari dai quali - morale della favola - se ne esce facilmente in altri modi camminando in punta di piedi sul filo della legalità (o illegalità).

Detto questo, devo pure riconoscere che stavolta non vi erano altri punti "saldi", una sinistra succube di Berlusconi e "aperta" ad ogni dialogo non era certo la migliore scelta per tanti elettori in cerca di "novità".. ma che la novità l'abbiano trovata in un settantenne la vedo strana come cosa.. per lo meno, non ne andrei fiero.

E' andata così, magari è il male minore ma io vorrei tanto trovare una destra più onesta e pulita, analogamente a quanto sta cercando di fare (inutilmente) la "mosca-bianca" Di Pietro a sinistra. Ma queste sono utopie, dove c'è il potere c'è del marcio, me ne rendo conto io vedendo quanto è difficile governare perfino un paesello come il mio, in cui sotto la campagna elettorale (per l'elezione del sindaco) i candidati promettevano a destra e a manca e non perdevano l'occasione di reclutare "cognomi" rilevanti per attrarre più elettori.
Mi sento sfiduciato.

P.S. Il koreano è figo e quando ha ragione ha ragione!
E comunque la Korea del Nord è una dittatura, loro non se lo sono scelto il loro Governo, noi SI. E potendo scegliere, non avrei mai e poi mai votato un partito pieno di criminali. Potendo scegliere avrei votato il partito con ZERO criminali (altrimenti avrei votato per niente).

P.P.S. E comunque loro (i Koreani) ci pensano a stabilire contatti con la Cina (o viceversa), l'Italia pare se ne sia completamente dimenticata del mondo "là fuori", se non per criticare Paris Hilton o la Bruni. Un pò mi manca la TV-informazione italiana

P.P.P.S. E' ormai noto a tutti, nella comunità internazionale residente a Pechino, che gli italiani sono molto simili ai cinesi. Oltre a questo c'è infatti una serie di analogie nel senso gerarchico di "società" che penetra ad ogni livello istituzionale e sociale, facendo delle regole un qualcosa di trasgredibile, delle conoscenze una dote da conservare, della furbizia una necessità per sopravvivere. Noi la chiamiamo italianità, all'estero la azzeccano meglio sotto il nome di "Mafia". Ed io continuo a voler bene al mio amico koreano.

Un saluto

Unknown said...

*per concludere*:
Quali mafiosi che siamo (tanto per le piccole cose, come per i grandi appalti), accetto pienamente il risultato elettorale, perchè mafiosi siamo ed è giusto che in parlamento ci sia una buona percentuale di criminali a rappresentarci. In questo, mi sento pienamente rappresentato dal mio Governo.
Non mi sento invece rappresentato dai miei stessi concittadini. Loro, che a differenza dei nordcoreani sono "liberi di fare una crocetta", malgrado la tanto osannata voglia di cambiare continuano a votare la loro stessa essenza, sicura, ovattata, a misura di italiano medio.
Magari mafiosi lo siamo geneticamente.

ciao, di nuovo

Anonimo said...

Accetto il fatto che tutte le opinioni vanno rispettate, ma sto Daniele, che quasi "adora" il berlusca, e si' che pensavo che di "emilio" ce n'era uno solo!!!!

TIW said...

Analisi elettorale (BREVE se non Flash):

Sinistra (quella autentica) fuori dalle istituzioni, per alcuni è semplificazione ma si sta parlando comunque di partiti che hanno dato un contributo fondamentale alla nascita della Repubblica.
La Lega Nord ha di fatto preso i voti della sinistra al nord perchè ha fatto tanta politica in piazza e ha percepito i reali problemi della gente povera...

Anonimo said...

prima di tutto vorrei dire a "questo" anonimo di presentarsi... per lo meno per educazione...
Vorrei, inoltre, fare alcune precisazioni su tutto il discorso "Repubblica delle Banane"... continuare a definire gli Italiani popolo di mafiosi è offensivo, generalizzante e superficiale... Scusatemi ma questa è filosofia spicciola per principianti...
Inoltre prima di fare commenti così aulici ed altisonanti vi inviterei a studiare un pò l'italiano: 1) i verbi andrebbero usati; 2) su qui e qua l'accento non ci va (insegnano a mio figlio alle elementari);
3)non bisognerebbe vantarsi nel dire che internet è la sola ed unica fonte di conoscenza.... e i libri??? i giornali (ce ne sono di obiettivi sapete)?? ve li siete scordati??
4) VIR BONUS, DICENDI PERITUS (L'uomo buono-onesto capace del dire) dicevano i latini... meditate giovani meditate...

Unknown said...

Continuare a definire gli italiani un popolo di mafiosi a mio avviso è "costruttivo" e "illuminante". Ci fa aprire gli occhi su cosa siamo agli occhi degli altri, qualora non ce ne fossimo ancora accorti.
Magari ho esagerato con gli aggettivi, ma quello di cui non ci rendiamo conto è proprio questo nostro "modo di fare" che ci etichetta automaticamente come "mafiosi". Lo spiegavo l'altro giorno al mio amico francese, che ancora si immaginava "il mafioso" come l'uomo dal baffetto fino e la lupara, pronto a dire poche parole ma dosate bene (in accento siciliano!).
Eh no, il mafioso di oggi non è quello là, quello con la lupara è si e no un criminale da strapazzo.
Terroristi e mafiosi di oggi siedono comodamente nelle poltrone del potere, ci vivono, ci ingrassano, ci arrivano fino alla morte.
La mafiosità non è un qualcosa che ce l'hai o non ce l'hai. E' parte di noi stessi, perchè siamo cresciuti in un sistema che dalle piccole cose fino ai grandi progetti ha sempre funzionato in questa maniera, con gli scambi di favori, con una mano che lava l'altra, con un asso-pigliatutto e giri di soldi poco chiari. Mafiosi (o italiani) lo siamo a diversi gradi sin dalla nascita, a seconda di quanti soldi e quanto potere siamo tenuti a gestire. Sta poi a noi fare del nostro meglio perchè questo non degeneri nella criminalità.

A monte di tutto il discorso c'è solo il modo di chiamare questo essere "italiani", ovvero il comportarsi da furbacchioni ogni volta che le condizioni lo permettono. Io stesso - lo ripeto - mi considero mafioso-pizza-mamma-mandolino ma spero di esserlo al minimo livello. Poi, se non sarò io a far vedere quanto è cafone, igorante e mafioso un italiano (o un italiano all'estero), ci penserà senza dubbio qualcun altro. E quello sarà lo spunto per la perpetuazione del nostro stereotipo.

Da parte mia, spero solo di non buttare altra merda sul mio Paese, già si impegnano alla grande molti politici che ci rappresentano (che ci hanno rappresentato; per i "nuovi ritornati", staremo a vedere).
Puntare il dito contro la nostra essenza e la nostra "italianità" (intesa nella sua accezione negativa - ovvero - la mafiosità) è molto spesso un punto di forza, una prova di coerenza nel presentare l'Italia (e me, italiano) per quello che è: un Paese dalle grandi potenzialità, ma cosciente dei propri limiti e delle proprie debolezze.

Per quel che riguarda Internet, continuo a farne il mio pane quotidiano ringranziandolo di esistere ogni giorno che passa.
Ci puoi fare quello che vuoi, ci puoi esplorare le bassezze della stupidità umana o la genialità dei maestri del passato e del presente, ci puoi scrivere un blog senza troppe pretese (e con gli accenti sbagliati :-) o allargare il tuo modo di pensare leggendo qualunque cosa in tutte le lingue del mondo. Ci puoi fare di tutto, e in mancanza della mia Italia, è questo il mio tutto.
I tre scaffali della mia stanza al dormitorio universitario sono già pieni di libri che ho portato dall'Italia o comprato quà in Cina, ma i libri pesano e ci sono altri modi per ottenerli.
Mai sentito parlare di "Google Ricerca Libri" (se ne possono anche scaricare molti gratuitamente)?
E di E-book? Di giornali (anche obiettivi) online?
Non so da quale era glaciale provieni, ma se vantarsi di usare internet è una prova di ignoranza, sono fiero di restare ignorante come sono.